L'opinione

Che cosa si attende la grappa dal 2024? Il pensiero di Arturo Rossi

Siamo a fine anno e, per tutti, come sempre, è tempo di bilanci. Ma anche di pensare a come sarà il 2024. Abbiamo quindi chiesto ad alcuni grappaioli, che essendo molto vicino alla nostra acquavite di bandiera hanno con essa una relazione empatica, che cosa si aspetta la grappa dal nuovo anno. Vi riportiamo le risposte esattamente come sono state espresse.

Siamo ottimisti! Il 2024 sarà per il comparto grappa un anno di rinnovamento con una inversione di tendenza verso il consumatore portandolo a scoprire, o riscoprire, le eccellenze del nostro distillato nazionale.
Già da qualche anno noi produttori stiamo rivedendo e ripensando il prodotto grappa sia sotto l’aspetto estetico che sotto l’aspetto produttivo. Stiamo abbandonando i sentori d’impatto di qualche decennio fa andando ora a creare prodotti più gentili, piacevoli e profumati capaci di trasmettere le particolarità dei nostri territori. Alcune delle nostre grappe stanno iniziando a essere presenti nel campo della miscelazione registrando una gradevole attenzione anche da parte del consumatore giovanile.
Sicuramente, nel breve, le nostre grappe saranno presenti anche nei locali più trend del mondo assieme ai grandi distillati come i rum, whiskey, cognac ecc.
Il mercato sta registrando dati consolanti compresi in un circa 15% di incremento in produzione di acqueviti e di circa un 8% in volume vendite, numeri che, dopo il fermo pandemico, sembrano essere comunque sufficientemente confortevoli.
Tanto è anche stato fatto da tutti noi produttori/grappaioli in questi ultimi anni. Finalmente, con l’aiuto di AssoDistil, si è dato vita alla nascita del Consorzio Nazionale Grappa nel quale stanno confluendo tutti i distillatori nazionali. Il consorzio, oltre a essere la spalla di tutti i distillatori di grappa, opererà nel campo della comunicazione, del marketing, della promozione, divulgando informazioni sul prodotto e sul suo consumo, sulla storicità e artigianalità di tutte le distillerie associate, spiegando cosa e chi rappresenta il mondo grappa in Italia, in Europa ed in tutto il mondo.
Certamente non sarà un’operazione semplice, ma con la collaborazione di tutti sicuramente si otterranno risultati positivi a beneficio del nostro lavoro e di tutto il “Made in Italy”.
Un altro punto che certamente sarà registrato positivamente dal consumatore è l’introduzione della normativa, recepita dalla Ue, sulla regolamentazione e denominazione “grappa” come Ig, Indicazione Geografica, riservata all’acquavite di vinaccia distillata esclusivamente in Italia ed ottenuta solo da vinacce provenienti da vinificazioni di uve coltivate e vinificate in Italia.
Le procedure Ig andranno a gestire e garantire, fino all’imbottigliamento finale, il prodotto grappa sotto controllo di un organismo certificatore facente parte dell’Agenzia delle Dogane.
Con questa regolamentazione ogni operatore, per produrre grappa e usare la denominazione grappa, dovrà osservare particolari procedure ed entrare ufficialmente nell’elenco dei produttori autorizzati e certificati. Avverrà quindi una naturale selezione di offerte sul mercato a beneficio degli operatori certificati. Questi nuovi panorami riusciranno senza dubbio a innalzare la percezione qualitativa del prodotto verso il consumatore finale sia nazionale che estero.
Concludendo, l’ottimismo per il 2024 permane forte, assieme a una grande fiducia per una sana ripresa del mercato della grappa, aiutato anche dalle ultime modifiche introdotte.
Finalmente nel 2024 si tornerà a parlare più assiduamente di grappa, di grappa italiana.

Arturo Rossi
Rossi d’Angera Distillatori
www.rossidangera.it

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