Grappa News L'opinione

Al congresso internazionale dell’OIV un banco d’assaggio speciale per la grappa

A metà giugno si è tenuto a Verona il congresso dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. Nell’occasione il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, co-organizzatore dell’evento, ha destinato uno spazio alle acqueviti italiane di origini viticola a Istituto Nazionale Grappa, AssoDistil e Federvini. È stata l’occasione per allestire un banco di assaggio che, grazie al supporto tecnico dell’Associazione Degustatori Italiani Distillati (ADID) e a quello scientifico del Centro Studi Assaggiatori, ha permesso di proporre ai congressisti le nostre acqueviti: grappa, acquavite d’uva e brandy. Direttore del banco è stato Antenore Toscani, presidente dell’ADID, che racconta a Grappa News le prime impressioni.

La prima curiosità: da quali paesi venivano i congressisti che hanno visitato il banco d’assaggio?

Un po’ da tutto il mondo: Giappone, Croazia, Georgia, Russia, Svizzera, Francia e così via. Sicuramente molti europei.

Che livello di preparazione all’assaggio avevano?

Mediamente elevato, anche se non sempre avevano le idee chiare sulla grappa e sulla sua produzione. Per questo noi gli spiegavamo la filiera del nostro distillato.

I congressisti erano consapevoli che la grappa è solo italiana?

Direi di sì, sapevano che la grappa è un prodotto tipico italiano. Anche se, curiosamente, qualche francese sulla scheda d’assaggio alla domanda se preferisse grappa italiana o straniera – ndr: domanda posta proprio per verificare la consapevolezza che la grappa è solo italiana – ha indicato di prediligere grappa di produzione estera. Alcuni congressisti austriaci e tedeschi ci hanno riferito di prodotti simili alla grappa nei loro paesi, aggiungendo però che non raggiungono l’altezza del nostro distillato nazionale.

A quali tipologie di grappe erano più interessati i visitatori?

In linea di massima i congressisti hanno assaggiato un po’ di tutto, non avevano particolari preferenze. Chi faceva tre o più assaggi spesso sceglieva diverse grappe della stessa tipologia, per esempio tutte invecchiate, per confrontarle e discutere delle diversità.

Parliamo delle donne: hanno avuto un approccio diverso rispetto agli uomini?

Sono venute diverse signore, di varie età. Chiedevano quasi sempre qualcosa di non troppo forte. Noi consigliavamo di cominciare con un’acquavite d’uva perché più morbida. Ma poi loro decidevano di assaggiare anche la grappa. Qualcuna delle visitatrici è tornata per fare una sessione di assaggio completa. C’è da dire che le signore, rispetto agli uomini, si approcciavano con più curiosità, attratte anche dal packaging e dall’allestimento delle vetrine.

Conserva qualche ricordo particolare?

Il primo giorno è arrivato un congressista spagnolo con la moglie e ha scelto una grappa giovane. A vederlo sembrava un principiante, ma forse voleva soltanto darlo a intendere perché parlando con lui si notava che era invece un profondo conoscitore di distillati. Il giorno successivo è tornato con dei colleghi, fermandosi a discutere dei prodotti per più di un’ora. Tra i visitatori mi torna alla mente anche una coppia di austriaci che ha voluto assaggiare solo grappe aromatiche. Poi discutendo con noi hanno deciso di assaggiare altre tipologie e il giorno dopo sono persino tornati con degli amici per una nuova sessione di assaggi.

Per finire: cosa c’è nel futuro prossimo dell’ADID?

Stiamo proseguendo la propria missione di ricerca, tutela e diffusione della cultura della grappa e di tutti i distillati. In ordine di tempo si sono inaugurate le delegazioni di Mantova, di Lecce, di Trani, di Andria e proprio in questi giorni di Asiago. Ovunque, anche presso la delegazione di Bergamo, si sono tenuti corsi didattici di Patente di Degustatore di Acqueviti e già a
partire dal prossimo mese di settembre sono programmati corsi a Cuneo, Torino, Brescia, Napoli e altri ancora sono in fase di definizione. L’ambizione della nostra associazione è quella di fornire agli appassionati, ma anche agli operatori del settore enogastronomico, un insieme di tecniche e metodi che permettano di valutare con buona competenza la qualità dei distillati attraverso l’uso dei sensi, e desideriamo affermare il buon senso nel consumo.

Viviana Zini

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