L’Italia del dopocena si divide essenzialmente tra gli amanti del bere “facile e dolce” e quelli del bere “riflessivo e impegnativo”. Questo è quanto emerge dalla recente ricerca presentata dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino nel convegno “Grappa: Prospettive” tenutosi a Levico Terme (TN) l’1 e il 2 dicembre scorsi.
Negli ultimi dodici mesi l’84% degli italiani che bevono normalmente alcolici ha preso almeno una volta un limoncello, il 58% un amaro, il 50% una crema di whisky. Meno gettonati i distillati da riflessione: il rum è stato bevuto dal 46%, il whisky e la grappa dal 42%.
“Se qualcuno immagina gli italiani come raffinati bevitori di distillati di pregio, si sbaglia – ha commentato Glauco T. Savorgnani, professore di marketing all’Università Cattolica di Milano e presidente di Talos AM Apertamente, la società che ha condotto la ricerca – Gli italiani infatti amano il bere dolce e poco impegnativo”.
In quanto alla grappa, dalla ricerca emerge che il 30% della popolazione la beve regolarmente. Il 69% dei consumatori ha un’età compresa tra i 18 e i 49 anni, il 44% risiede nelle regioni del Nord, aree tipicamente vocate alla produzione di grappa, ma ben il 35% risiede nel Sud del paese. Si tratta di consumatori con un’alta scolarizzazione: nel 90% dei casi hanno in tasca una laurea o un diploma di scuola superiore.
“Un consumo quindi trasversale a tutte le età però con un titolo di studio elevato – ha sottolineato Marco Besana, coordinatore della ricerca – E le donne bevitrici di grappa non sono meno degli uomini”. Sui motivi che portano a sorseggiare la grappa di tanto in tanto, la stragrande maggioranza degli intervistati ha dichiarato di bere grappa perché ne apprezza gli aromi e i profumi, solo meno della metà perché la considera un ottimo digestivo.
In quanto all’immagine dei singoli prodotti, chi beve grappa la considera un prodotto per intenditori, naturale e di alta qualità. Diverso l’approccio del “popolo del limoncello”: per loro questo prodotto è essenzialmente giovane, allegro e leggero. Sopresa dagli amanti dell’amaro: normalmente collegato a un’idea di salutismo, per i suoi affezionati l’amaro è in realtà meno salutistico di grappa e limoncello.
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