L'opinione

Le interviste possibili: Sebastiano Caffo, CAFFO 1915

Come le sembra l’idea di riscoprire le grappe arricchite con erbe e frutti anche cambiando il nome in Grappe officinali?

Le Grappe Aromatizzate sono da sempre presenti tra i prodotti delle distillerie e rappresentano bene i vari territori di provenienza, grazie al fatto che l’acquavite viene “completata” da un ingrediente espressione del territorio.
Come, per esempio, nel caso della mia distilleria Calabrese, viene utilizzata la radice di Liquirizia di Calabria DOP oppure il Peperoncino piccante, o in varie zone del nord Italia soprattutto la Ruta, i frutti di bosco, ecc.
Sicuramente sono prodotti che rappresentano il punto di congiunzione tra la Grappa e le altre bevande alcoliche, in particolare i liquori, ed è utile ricordare che ciò non avviene solo in Italia ma anche in altri paesi, come per esempio in Spagna dove si tende ad aromatizzare l’Orujo (acquavite di vinaccia spagnola) o in altri paesi la vodka cioè il distillato più consumato del mondo e sicuramente il più utilizzato nei cocktail.
Quindi in generale sono favorevole ad un rilancio della Grappa Aromatizzata, in quanto espressione dei nostri territori e della tradizione, ma ho dei dubbi sul cambio di denominazione in quanto andrebbe modificata la scheda tecnica della Grappa, dove al momento è previsto che la dicitura di legge “aromatizzata” debba essere posta obbligatoriamente in etichetta per identificare questa tipologia di Grappa. Quindi se ci sarà accordo sul nome da parte dei produttori, si potrà tentare un’azione volta al “rebranding” o ad inserire nella normativa la possibilità di poter indicare come nome alternativo le grappe aromatizzate come grappe officinali. Questa attività può essere portata avanti da AssoDistil in collaborazione con il Consorzio Nazionale Grappa, su mandato della maggioranza delle distillerie di grappa.

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