Ove Boudin, svedese, 57 anni, spostato con due figlie, lavora nella pubblicità e nella comunicazione. E ama alla follia la grappa: così è partito per un lungo viaggio tra i grappaioli che ha poi raccontato nel libro Grappa – Italy Bottled.
Lei è svedese: da dove nasce la sua passione per la grappa?
Mi interesso di grappa da molti anni. Un distillato interessante con una personalità propria e unica. La grappa presenta caratteristiche differenti e uniche a seconda del territorio. Quindi non è solo un distillato, ma un insieme di aromi del territorio e dei colori e degli umori. Aromi che, quando bevi grappa, ti ricordano le esperienze vissute in Italia.
Quanto è durato il suo viaggio nel mondo della grappa?
Due mesi nell’autunno del 2005, alla ricerca dell’anima della grappa. Con varie domande nella mia testa, come: cos’è la grappa realmente? Come si fa? Da cosa è prodotta? Che caratteristiche dovrebbe avere una grappa di qualità? E così via. Come ho scritto nel mio sito la mia prima tappa è stata in Trentino. Poi sono andato verso sud in Toscana. Successivamente sono stato in Liguria e poi in Piemonte.
Cosa l’ha impressionata di più del mondo dei grappaioli?
Ho visitato principalmente distillatori artigianali e il mio libro parla soprattutto di grappa proveniente da questo tipo di produttori. Ho trovato questa grappa artigianale la più interessante, sebbene ci siano anche buone grappe prodotte con metodo continuo. Ora come ora, oltre a promuovere il mio libro, sto cominciando ad organizzare assaggi di grappa in Svezia e comincerò anche ad importarla.
Com’è posizionata la grappa in Svezia?
La grappa è conosciuta: le persone hanno familiarità con il nome. Molte la conoscono perché l’hanno provata o conoscono persone che la amano. Ma nessuno sa cos’è esattamente la grappa, questo vale anche per i ristoranti e i sommelier. Qui la conoscenza è quasi nulla. Ma a questo proposito mi dispiace dire che anche in Italia è talvolta veramente scarsa. Ho trovato la peggiore grappa che abbia mai bevuto in un ristorante nel centro di Bassano del Grappa, e mi è stata consigliata dal personale! In Svezia la grappa è oggetto ancora di molti pregiudizi. Molti dicono che la grappa non gli piace. Io rispondo che non si può dire così. Evidentemente loro hanno assaggiato una pessima grappa. O più facilmente, non ne hanno mai assaggiata una buona. Infatti quando ho organizzato un assaggio di grappa le persone hanno avuto la reazione che mi aspettavo: molte hanno affermato che non sapevano che potesse essere così gradevole.
Come pensa possano le distillerie migliorare la loro comunicazione verso l’estero?
Credo che per incrementare le vendite di grappa qui e altrove, si debba iniziare con l’aumento della divulgazione. Il pregiudizio di cui ho parlato prima è anche causato dalla mancanza di informazioni. Per esempio, non ci sono libri sulla grappa come ce ne sono sul vino, sul cognac, sul whisky e così via. Ho scritto Grappa – Italy bottled per creare un’informazione esauriente e accessibile a molte persone e in questo modo aumentare la curiosità nei confronti del distillato. E adesso so grazie all’assaggio empirico che le persone non sono insoddisfatte quando provano le mie grappe più interessanti.
Nella divulgazione della grappa in Svezia comincerò contattando i ristoranti e offrendo un assortimento speciale di grappe. Ma questo non è abbastanza, non ancora comunque. Credo che l’offerta debba includere l’educazione alla grappa per tutto il personale. Il mio libro è uno strumento ottimale. Le liste delle grappe possono essere molto migliorate ed essere più informative. In questo modo i ristoranti potranno vendere la grappa con profitto, cosa che è ovviamente cruciale. In Svezia le persone pagheranno per un’esperienza di assaggio unica e appagante. Inoltre vedo l’assortimento di grappa come uno strumento per una competizione tra i ristoranti.
Gilberto Nicolini
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