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Grappa futuro: il pensiero di Roberto Carcangiu

La grappa: un distillato tra tradizione e innovazione

La grappa è tradizionalmente il distillato che ci contraddistingue e che rappresenta l’anima del territorio italiano nel mondo. Si è fatta conoscere viaggiando con gli emigrati, partendo tempi addietro nelle sue versioni più scarne e rudi, per arrivare ai giorni nostri nelle versioni più sofisticate ed eleganti, sia di prodotto che di packaging.

A differenza di altri distillati e super alcolici, la sua evoluzione negli ultimi 30-40 anni è stata di notevole importanza, sia in termini di varietà proposte che di qualità raggiunta. Questo, per certi aspetti, è certamente un valore, ma potrebbe anche essere un limite per la sua riconoscibilità da parte di un mercato non di nicchia, ma di massa, che fa della semplicità, o presunta tale, la sua forza. Le persone che consumano un prodotto non per un fatto conoscitivo e culturale ma per mero piacere, tendono a semplificare. Spesso, l’errore che commettiamo in quanto addetti ai lavori, forse anche per giustificare la passione e la fatica che mettiamo in ciò che facciamo, è quello di focalizzarci su dettagli che i più non solo non vedono, ma non sono in grado di gestire come momento emozionale proprio. Nel 2011, Shepherd G.M., in “Neurogastronomy,” diceva: “Il sapore è nel cervello, non nel cibo”.

Il Paradosso della Nobilitazione

Questo ci fa capire che sta nella comunicazione, in tutte le sue forme, non solo di immagine o verbali legate alla “qualità” o alla tipicità di un sapore o alla sua esclusività, il lavoro da fare. Sono quelli che possiamo definire facilitatori per rendere “comprensibile” anche in futuro prossimo la grappa, non solo tale e quale, ma anche come “ingrediente” da inserire in Highball o cocktail vari, ricette dolci piuttosto che salate ecc.

Nobilitare troppo un prodotto, infatti, può portare all’effetto opposto. Quando un prodotto viene posto troppo in alto su un piedistallo, rischia di allontanarsi dal consumatore medio. La grappa, nella sua essenza più pura, è un distillato rustico e diretto, apprezzato per la sua semplicità e autenticità. Renderla eccessivamente sofisticata nella sua comunicazione può creare una barriera tra il prodotto e il consumatore, facendola percepire come elitario e inaccessibile.

Il cuore e il valore della grappa risiedono nella sua stessa storia, ovvero nella capacità di unire le persone, così come dalla notte dei tempi. Comunicare la grappa in modo semplice e autentico, “usandola” senza eccessivi orpelli, garantirà che continui a “stare” nel tempo, acquisendo nuovi estimatori. Per mantenere viva questa nostra tradizione e garantire che rimanga rilevante, è essenziale trovare un equilibrio tra nobilitazione e accessibilità. Oltre a esplorare nuove frontiere del gusto, è importante mantenere la sua identità di anima genuina, a portata di mano, che non vuol dire cheap.

Il futuro della grappa è sicuramente roseo se saremo capaci di bilanciare tradizione e innovazione. Comunicandone efficacemente il suo valore e rendendola accessibile attraverso nuove esperienze gustative, possiamo garantire che questo distillato rimanga un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. La tradizione non deve essere percepita come un ostacolo determinato da soloni saccenti, ma piuttosto come una base solida su cui costruire nuove esperienze gustative perennemente in evoluzione.


Chi è Roberto Carcangiu

Roberto Carcangiu è uno chef italiano, consulente gastronomico e presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani (APCI). Con una lunga carriera nel settore, si distingue per la sua esperienza nella ricerca culinaria e nello sviluppo di tecniche innovative. È un formatore appassionato, impegnato nella crescita delle nuove generazioni di chef, e collabora con aziende alimentari per creare prodotti di qualità e concept gastronomici innovativi. Il suo approccio combina tradizione e innovazione, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’efficienza in cucina, rendendolo una figura di riferimento nel panorama culinario italiano.

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