Il 29 maggio scorso si è tenuta a Roma l’assemblea annuale di AssoDistil. Grappa News pubblica alcuni passaggi della relazione presentata dal presidente Antonio Emaldi in cui sono riassunti i principali cambiamenti apportati dalla nuova OCM vino al settore degli spirits e un’analisi di AssoDistil degli scenari futuri per il mondo della grappa.
La nuova OCM vitivinicola: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
È difficile ricondurre a sintesi l’attività svolta da AssoDistil in questa materia nell’ultimo anno: accese riunioni ministeriali del tavolo di filiera, incontri tecnici e politici con i vertici della Commissione a Bruxelles, complessa opera di coordinamento delle azioni di lobbying dei distillatori di sette paesi europei, confronti serrati con le imprese della nostra sezione “Alcol da materie vinose” per individuare il bandolo della matassa e mettere a fuoco i desiderata del settore. (…)
In effetti, alla vigilia di Natale, quando ormai – nonostante la levata di scudi dei distillatori europei e le rimostranze delle Amministrazioni dei Paesi vinicoli – credevamo che il panettone sarebbe stato indigesto, il Consiglio dei Ministri agricoli dell’Unione Europea ha sancito, in un accordo politico, il mantenimento delle distillazioni dei sottoprodotti e del vino. (…)
Tuttavia questo non significa mantenimento dello status quo. Al contrario. Le modifiche proposte agli assetti attuali sono di grande portata.
In breve, per le prestazioni viniche – che saranno obbligatorie se il singolo Stato così deciderà – rimane l’aiuto alla trasformazione di fecce e vinacce ed al loro trasporto, ma scompare il prezzo minimo da riconoscere al produttore, così come vengono meno gli aiuti per lo stoccaggio dell’alcole e l’acquisto dello stesso da parte della Commissione. Si assiste, in sintesi, al disimpegno della Commissione dalla gestione dell’alcole da sottoprodotti: quest’alcole entra nelle disponibilità del distillatore il quale, se vuole accedere agli aiuti, sarà costretto a commercializzarlo ad usi esclusivamente industriali o fuel. Non sono infatti più previsti benefici per l’alcol da sottoprodotti da destinare all’uso bocca (grappe).
Un sostegno rimane invece per la filiera dell’alcol vinico uso bocca (acquaviti e brandy). Rispetto alle (ex) distillazioni facoltative del vino la rivoluzione è copernicana: l’aiuto andrà quantificato per ettaro e dovrà esser conferito al “produttore” che destina determinate uve alla vinificazione e poi alla distillazione uso bocca. Ogni Stato è libero di decidere il livello dell’aiuto, a differenza di quanto previsto per le distillazioni dei sottoprodotti, dove è la Commissione a stabilire un tetto massimo comunitario. Infine, vengono fatte salve le distillazioni di crisi, con modalità non ancora ben delineate, ma di sicuro, anche in questo caso, senza l’intervento comunitario nella fase di acquisto dell’alcol. Discorso a parte merita la durata delle distillazioni: mentre per le prestazioni viniche essa è illimitata, per la filiera uso bocca e per le distillazioni di crisi, la Commissione ha previsto un ricorso a questi strumenti soltanto nei quattro anni successivi all’entrata in vigore del regolamento (fino al 2012).
Chiariti questi aspetti generali, torniamo al tema di maggior criticità: il livello degli aiuti da riconoscere al distillatore per la trasformazione ed il trasporto di fecce e vinacce. Dopo che per tre mesi si è parlato in ambito comunitario di livello di aiuti molto basso, senza tuttavia indicarli nelle bozze di regolamento che si susseguivano, nella versione di aprile 2008 sono stati individuati in 104 euro per ettanidro di alcol da vinacce e 44,20 per ettanidro di alcol da fecce i tetti massimi degli aiuti che ogni singolo Stato membro avrebbe potuto riconoscere ai distillatori.
AssoDistil, ritenendo tali aiuti dignitosi ma non ancora sufficienti a coprire in maniera integrale i costi di produzione e trasporto dei sottoprodotti, si è fatta promotrice – dopo essersi diverse volte confrontata con i funzionari della Direzione Generale Agricoltura – di un incontro ai massimi livelli politici con la Commissione e, così come lo scorso anno il Commissario Fischer Boel aveva accettato il nostro invito a visitare una distilleria italiana, anche questa volta, nonostante i tempi strettissimi della richiesta, ci ha ricevuti a Bruxelles il 14 maggio. (…)
La discussione è stata serrata e dopo aver sentito le nostre argomentazioni il Commissario ha proposto di incrementare di 5 euro l’aiuto sia per le fecce che per le vinacce, portando i sostegni a 109 e 49,20 euro rispettivamente per ettanidro di alcol da vinacce e da fecce. A chiusura di riunione, vedendo che i margini di trattativa erano ormai ridottissimi, abbiamo detto scherzando alla Fischer Boel che tali numeri avrebbero messo a dura prova le nostre capacità mnemoniche e che sarebbe stato il caso di arrotondarli… Il Commissario ha accettato la battuta e ha proposto nel regolamento, adottato il 20 maggio scorso, aiuti di 110 euro per ettanidro di alcol da vinacce e 50 euro per quello da fecce.
Anche se il regolamento applicativo verrà pubblicato a luglio, questi numeri sono consolidati e su di essi occorre cominciare a lavorare, entrando al più presto nell’ottica della Commissione che vuole un settore distillatorio non più legato a logiche di sostegno e a sussidi, ma aperto alla concorrenza, competitivo, moderno. Sarà necessario tentare di rendere gli impianti ancora più efficienti, razionalizzare ulteriormente alcune voci di costo e rivendicare fino in fondo il nostro fondamentale ruolo di garanti dell’impatto ambientale.
Quest’ultima argomentazione, lungi dall’essere filosofica, servirà a far capire che il settore vuole che l’applicazione delle nuove norme sia integrale e che se non ci saranno più stoccaggi, né acquisto di alcol da parte della Commissione, alla stessa guisa, l’abolizione del prezzo minimo dei sottoprodotti deve significare un cambiamento del mercato di riferimento e delle logiche di approvvigionamento. Sotto questo profilo, la Francia sembra stia mettendo a punto un regolamento che prevede la decurtazione dalla quota di aiuti alla trasformazione della parte di prezzo minimo che il distillatore dovesse riconoscere al produttore di vino.
Quanto alla distillazione dell’alcol uso bocca, bisognerà chiarire meglio alcuni passaggi procedurali ed impegnarci alla creazione di una filiera viticoltore-produttore di vino-distillatore in modo che i sostegni previsti da Bruxelles per questa distillazione possano essere effettivamente impiegati. Una nostra istanza, supportata anche dal mondo cooperativo, è stata accolta: quella di poter riconoscere l’aiuto al produttore di vino in alternativa al viticoltore. Sarebbe altresì importante che le procedure di erogazione degli aiuti, nonché i loro livelli quantitativi, fossero simili nei vari Paesi che adotteranno la misura, al fine di evitare distorsioni. La Commissione, che ha stabilito un tetto massimo per le prestazioni viniche proprio per scongiurare alterazioni degli assetti competitivi, non si capisce perché non abbia fatto altrettanto per l’alcol uso bocca, i cui mercati, tra l’altro, sono molto più concorrenziali.
A proposito di fondi da utilizzare per le varie misure di mercato dell’OCM, il Ministero delle Politiche Agricole ha già da tempo definito il budget da dedicare alle singole voci (Piano nazionale quinquennale) e dobbiamo dire che anche in tale ambito le richieste del nostro settore sono state tenute in debita considerazione: 40 milioni di euro sono previsti per finanziare le prestazioni viniche nella prima campagna della nuova OCM (43 per la successiva) e 38 milioni per la filiera dell’alcol uso bocca nel primo anno (34, 24 e 11 nelle tre successive e ultime campagne). Le distillazioni di crisi, qualora fossero attivate, attingerebbero alla riserva di bilancio (10 milioni di euro).
E’ iniziata quindi la corsa contro il tempo: il regolamento comunitario di base dovrebbe esser pubblicato a giugno 2008, gli applicativi a luglio e i piani nazionali approvati entro agosto. Quel che è certo è che il 1° agosto la nuova campagna vendemmiale si svolgerà nel rispetto delle nuove norme. Cosa succederà è difficile dirlo ma forse allora, e solo allora, sarà possibile capire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Per la grappa e le acquaviti nuove spinte verso la qualità?
Sarà interessante anche valutare come il settore reagirà al venir meno degli aiuti alla distillazione delle vinacce per la produzione di grappa. In seno ad AssoDistil sono state fatte varie proiezioni sull’impatto che la nuova OCM, senza sostegni, avrà in termini di quantità e qualità dell’acquavite di bandiera.
Le tesi di maggioranza non sembrano giudicare in maniera eccessivamente negativa il dover rinunciare agli aiuti, comunque non decisivi ai fini della commercializzazione del prodotto, anche perché tale gap economico può essere controbilanciato, almeno in parte, dall’abolizione del prezzo minimo dei sottoprodotti.
Qualora permanga – come ci auguriamo e come sembra – l’obbligo delle prestazioni viniche per i produttori di vino, ci sarà il corrispondente obbligo di ritiro per chi distilla alcol grezzo da destinare a usi industriali o fuel (garantendosi così la percezione dei sostegni comunitari), laddove il medesimo obbligo, in punta di diritto, sembrerebbe più soft sia per chi ritiene insufficienti tali aiuti per distillare e commercializzare il prodotto, sia per chi non ha titolo a riceverli in quanto produce alcol uso bocca (grappa, nella fattispecie).
Questa situazione dovrebbe aprire il segmento “grappa” ad una più marcata logica di mercato sul fronte approvvigionamenti e consentire una maggior selezione delle vinacce e dunque, in ultima analisi, portare ad una crescita del livello qualitativo medio della grappa. L’ipotesi di uno sviluppo verso ancora più alti livelli qualitativi ben si coniugherebbe con il regolamento comunitario 110 del 15 gennaio 2008 sulle bevande spiritose che, tra le altre cose, ha rinforzato sia la tutela internazionale della grappa che il riconoscimento dell’esclusività del marchio “grappa” all’Italia, così come proibito l’uso di aromi e di sostanze aromatiche in grappe e acquaviti.
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