L'opinione

Le interviste possibili: Carlo Beccaris, Distilleria Beccaris

Come le sembra l’idea di riscoprire le grappe arricchite con erbe e frutti anche cambiando il nome in Grappe officinali? E quali altri argomenti/iniziative le vengono in mente per creare una solida narrazione della grappa?

Aveva cominciato già mio padre Elio negli anni 50 a sperimentare con Grappe ed infusi: la primissima è stata la Ruta, che abbiamo costantemente prodotto, seguita poi da caffè e arancio.
I consumatori hanno sempre apprezzato il gusto “corretto” della Grappa!
Soprattutto se la produzione avviene con prodotti naturali, che siano frutti, piante o erbe, da non confondersi con i cosiddetti “prodotti naturali identici”, simili a quelli naturali…ma che naturali proprio non sono.
La differenza è facilmente riscontrabile nel gusto: l’aroma sarà meno intenso ma decisamente più fine e gradevole nonché perfettamente rispondente alle caratteristiche della pianta, erba o frutto stesso.
Per quanto riguarda la denominazione trovo che “officinali” sia meglio di “aromatizzate”, termine che può essere interpretato in mille modi e non sempre con un’accezione positiva.
La nostra idea è sempre stata quella di abbinare le giuste materie prime ad una grappa di vitigno piemontese solo ed esclusivamente giovane e far sì che quest’ultima non venisse mai “coperta”, ma anzi enfatizzata.
L’abilità sta nell’accostare la Grappa giusta all’aromatizzazione, non tutte le erbe si prestano a questa tipologia di lavorazione e nemmeno tutte le Grappe!
Sono altresì convinto che questo gusto forse più facile da apprezzare per alcune fasce di consumatori possa attirare verso il mondo Grappa nuovi estimatori e allenare il loro palato a infiniti aromi che solo il nostro Distillato italiano può dare.

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