Vi siete mai chiesto quali sono le motivazioni alla base del successo di acquaviti e liquori? Bene, fate un passo indietro di mezzo millennio e immaginatevi un alchimista che sta lavorando a preparazioni galeniche. Tra storte e alambicchi annovera molti ingredienti, tra cui l’alcol, materia prima preziosissima in quanto derivante da materie prime costose – i fermentati – e decisamente di onerosa preparazione in quanto deve procedere per distillazioni successive. Fino a sette, riporta la bibliografia dell’epoca, perché gli alambicchi dell’epoca non consentono di meglio. Con l’alcol e le erbe prepara medicine, qualcosa che guarisce dalle malattie o addirittura le previene, genera euforia e benessere e in certi casi è anche un piacere per i sensi. Merce rara che possono permettersi solo i potenti e i benestanti. Nascono quindi prima i liquori e poi le acquaviti, anche perché le tecniche di distillazione non permettono una buona rettificazione. Ecco che a qualcuno venne in mente di utilizzare il ginepro inventando il gin, un’acquavite che imperò per qualche secolo tra i Paesi Bassi e il Regno Unito. Ma altri, ancora prima, scoprirono che mettendo in botti acquaviti di scarso aroma e di carattere spigoloso ottenevano grandi risultati dal punto di vista sensoriale. Ed ecco che da contenitori obbligati – all’epoca l’acciaio inossidabile non esisteva – botti grandi e piccole divennero educatrici di distillati di vino e di cereali. Quando poi, per merito dell’italiano Baglioni, nell’Ottocento, fu inventata la colonna che consentiva la distillazione continua rendendo molto più economica la produzione di spirits, fu festa grande anche per i meno abbienti.
Sono solo alcuni esempi per chiarire come la conoscenza scientifica abbia cambiato il mondo del bere. Potremmo citare notevoli progressi anche in tempi moderni, ma qui, per ovvi motivi, le mode e le intuizioni fanno premio sulle nuove scoperte. A volte è bastato il cambio di un nome per dare nuova dignità a una categoria di acquaviti: si pensi solo agli anni Settanta in cui la grappa si nobilita portando il vitigno in etichetta. E con questo si fa bianca, nel segno della purezza e del trasferimento del carattere aromatico dall’uva al distillato. Così va avanti quasi un ventennio, poi si comincia a lavorare di fino sull’evoluzione in legno partendo da materia prima particolare. E le percentuali di consumo, tra giovane e invecchiata, quasi si capovolgono a favore di quest’ultima.
Ma vi sono casi in cui è bastato cambiare il colore a un liquore (la Sambuca che si fa nera) o l’aroma (recuperando le note agrumate della tradizione) per generare un prodotto di successo capace di raccogliere un successo travolgente.
Grappa OF Amarone Barrique Bonollo
Distillerie Bonollo Umberto
È il più emblematico esempio concreto di una filosofia produttiva che mira all’evoluzione nel senso della tradizione. Il suo debutto, nel 1999, è oggi visto quale precursore del successo delle grappe di elevato valore sensoriale. A vent’anni di distanza Grappa OF Amarone Barrique è oggi punto di riferimento nel mondo della grappa maturata in legno. Non è un caso che nella classifica Top 100 Spirits, stilata da Wine Enthusiast a fine 2018, sia considerata la migliore della categoria grappa e rientri nei migliori 100 spirits al mondo.
Ricca, vivace, morbida: è il frutto della distillazione delle vinacce, provenienti dalla pigiatura delle uve passite del vino Amarone della Valpolicella, contraddistinte da una incredibile ampiezza e vivacità di aromi, un profilo aromatico in grado di sorprendere, appassionare e conquistare.
La completa maturità del carattere di Grappa OF Amarone Barrique viene raggiunta attraverso l’invecchiamento in piccole barrique di rovere francese, nelle quali avviene una graduale e armoniosa evoluzione della sua inimitabile e inconfondibile personalità.
Grappa OF Amarone Barrique ha dimostrato, per la prima volta in assoluto, di sapersi inserire a testa alta nel mondo dei grandi distillati internazionali, conquistando nuove fasce di estimatori attenti ed esigenti, tra cui va evidenziato un crescente pubblico femminile che nel vissuto della grappa non si era mai riscontrato.
OF Amarone Barrique è l’unica grappa che, rompendo gli schemi tradizionali del settore, ha proposto un innovativo modello di prodotto e di consumo, in grado di precorrere i tempi e determinare una nuova tendenza di mercato che, nel tempo, ha portato alla nascita di una vera e propria categoria di grappe, le grappe barricate. Non si tratta di una novità di prodotto di breve durata, né di una moda effimera, ma di una vera e propria innovazione che rispetta quasi religiosamente la tradizione, valorizzando al massimo l’elemento caratterizzante della nostra acquavite di bandiera: l’ampiezza aromatica della materia prima.
Se la qualità intrinseca è l’imperativo costante, la creazione di un’immagine degna di tale eccellenza è stata di nuovo per Bonollo una sfida vincente sottolineata dall’azienda che ha studiato e sviluppato un packaging inusuale nel settore delle grappe, che si distingue per classe ed eleganza, ma anche per semplicità, per poter esprimere a colpo d’occhio i caratteri di franchezza, autenticità e originalità di questo distillato. La bottiglia richiama alla mente le forme di un profumo, con linee morbide e piacevoli che trovano riscontro al momento della degustazione.
Elvio Bonollo
Tratto da L’Assaggio 69 – Primavera 2020
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