La grappa veneta ha intrapreso il cammino della certificazione. Parliamo di questa operazione con Alessandro Maschio, presidente dell’Istituto Grappa Veneta.
Presidente, ci può dare un quadro complessivo della grappa veneta oggi?
In un contesto come quello attuale, certamente non facile per i consumi alimentari in genere ed in particolare per quello dei prodotti alcolici, posso dire che la grappa veneta sta tenendo bene le posizioni grazie alle capacità sia dei piccoli distillatori che di quelli medio-grandi che hanno saputo crearsi una propria identità e visibilità. Questo grazie alle specificità qualitative dei loro prodotti e all’attività di marketing e di comunicazione.
Qual è la necessità che sta spingendo l’Istituto Grappa Veneta alla certificazione di prodotto?
La necessità che ci spinge è quella di valorizzare il lavoro e la serietà dei produttori che continuano a impegnarsi a mantenere livelli qualitativi d’eccellenza come espressione della cultura e della tradizione di un territorio legato da secoli al lavoro della vite e della grappa. Questo valore dovrà essere sempre più riconosciuto dal consumatore attraverso un lavoro di trasparenza e di rigore che certifichi la qualità e la provenienza della grappa veneta e dovrà rappresentare un biglietto da visita prestigioso del “made in Veneto”.
Quali sono le fasi del progetto?
Il progetto così come è stato finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Veneto si articola in tre fasi: ricerca scientifica, stesura e applicazione del disciplinare, presentazione e promozione del prodotto.
Per quanto riguarda la prima fase, quella relativa alla ricerca scientifica, ci siamo posti due obiettivi. Il primo è la caratterizzazione della grappa veneta tramite indagini isotopiche e gascromatografiche al fine di evidenziarne e tutelarne la provenienza territoriale. La caratterizzazione verrà fatta prelevando i campioni di prodotto grezzo provenienti dalle distillerie che lavorano nelle due macroaree Veneto Est e Veneto Ovest e utilizzando i campioni prelevati presso la Distilleria Sperimentale di Conegliano, gestita da Veneto Agricoltura. Il secondo obiettivo è la formazione di un panel di degustatori in grado di poter valutare le principali caratteristiche sensoriali della grappa veneta sulla base dei campioni raccolti per le analisi chimiche. Questo panel successivamente opererà per garantire, tramite il proprio lavoro, il profilo sensoriale tipico del prodotto.
Nella seconda fase redigeremo un disciplinare di produzione nel quale confluiranno le acquisizioni scientifiche ottenute, saranno esplicitate le metodologie di lavorazione e definite le caratteristiche di qualità della grappa veneta anche in relazione al nuovo regolamento CE 110/08. Questo prevede la definizione di una scheda tecnica per i prodotti riconosciuti in allegato III, fra i quali è inserita la grappa veneta, oltre ad altre.
Il lavoro per essere conosciuto dal consumatore dovrà poi essere divulgato. Peer questo abbiamo previsto due eventi per presentarlo agli operatori e alla stampa: all’inizio, con il convegno dello scorso 16 aprile, e alla conclusione. È ovvio che successivamente la comunicazione dovrà ampliarsi in forme più dirette, ma di questo ci occuperemo più avanti.
Una volta profilati i prodotti, come saranno identificati? Pensate di creare un marchio vero e proprio?
È ancora presto per definire un preciso metodo d’identificazione dei prodotti profilati. Certamente saranno fissati i parametri per identificare e certificare una grappa veneta di alta qualità, declinata nelle varie tipologie di vendita (bianca, invecchiata e così via. Questa certificazione verrà comprovata dall’applicazione di un marchio ancora in fase di studio.
Il progetto, cofinanziato dalla Regione Veneto e gestito in collaborazione con Veneto Agricoltura, inizialmente prevedeva una quarta fase: una ricerca di mercato per capire e conoscere quali sono gli aspetti più interessanti che il consumatore si aspetta di trovare enfatizzati da un marchio di certificazione. Per ragioni legate alle linee guida dei finanziamenti pubblici europei abbiamo dovuto escludere questa fase. Contiamo comunque di trovare i mezzi per poter completare il progetto che sviluppato nella sua interezza rappresenterà un punto molto importante per il nostro settore.
Come controllerete i prodotti certificati? Oltre alla certificazione ci sarà anche un controllo sui prodotti sul mercato?
Sarà il disciplinare a definire i criteri di controllo che ovviamente si baseranno sulle analisi sviluppate nella prima delle tre fasi in cui si articola il progetto, quella relativa alle analisi chimiche e organolettiche. Certamente saranno previsti anche dei sistemi di controllo sul prodotto immesso al consumo.
Avete già in mente una politica di comunicazione per il prodotto certificato?
Queste indicazioni saranno più chiare quando avremo a disposizione le informazioni della ricerca di mercato prevista nella quarta fase che ancora non è stato possibile effettuare, ma che contiamo di avviare quanto prima. E’ ovvio che per la programmazione delle attività di comunicazione sarà fondamentale la disponibilità finanziaria.
Carlo Odello
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