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La grappa: addio Cenerentola, benvenuta principessa?

Ci sembra che la scorsa edizione di Vinitaly sia appena terminata, ed eccoci già  alle porte della prossima. Noi produttori pronti a metterci in mostra con tutte le novità e le qualità dell’ultima campagna distillatoria, e voi professionisti e appassionati pronti ad assaggiarle e valutarle.

Il mondo vitivinicolo, o almeno il suo lato commerciale, nel giro di pochi mesi viene fortemente impegnato da diverse importanti manifestazioni, e non solo entro i confini nazionali: a Londra si sono appena chiuse le annuali tornate  di degustazione, e ancora tra qualche settimana all’Olympia Hall si terrà l’International Wine and Spirits Fair. Molti di noi sono rientrati da pochi giorni da Düsseldorf, quest’anno freddissima e imbiancata da un po’ di neve, dove si è svolto il ProWein, fiera dedicata ai professionisti del vino.

Una volta in queste manifestazioni internazionali la grappa faceva un po’ la figura della Cenerentola. Poco conosciuta e ancor meno considerata, la grappa era ritenuta distillato duro, rude, tagliente e poco piacevole. Al massimo destinato a corroborare dopo una sciata, ma davvero raramente destinata a ristoranti sparsi per il mondo. E ricordo ancora perfettamente lo stato d’animo di noi produttori. Quando ci facevamo convincere a esporre, ci trovavamo poi inevitabilmente a parlare tra di noi. I visitatori si rivolgevano infatti solo e sempre ad assaggiare i vini esposti negli stand degli altri…

Per fortuna i tempi sono cambiati, eccome. Oggi la grappa si è rivalutata, ha acquisito notorietà e viene sempre più apprezzata anche dai ristoratori stranieri, che la offrono ai propri clienti al termine della cena, facendola scegliere da carrelli solitamente bene assortiti.  Certo, i volumi non sono nemmeno equiparabili a quelli di altri distillati, come vodka e rhum. Qui si parla di molte centinaia di milioni di bottiglie consumate in un anno, quando la grappa a malapena raggiunge i quaranta milioni (e farebbe fatica a sorpassarli di molto, visto che la materia prima è limitata). Si tratta però di distillati che hanno come target il mercato di massa, e come consumatore medio un enorme pubblico che si avvicina spesso in modo distratto al prodotto, che viene il più delle volte miscelato ad altri, perdendo così d’identità.
 
Bene, una nuova cultura enogastronomica ha invece recuperato un pubblico di consumatori informati ed evoluti. Persone che quando si accostano agli alcolici desiderano innanzitutto avere un momento di meditazione, vogliono assaporarli, raccontarli e raccontarseli. È il pubblico ideale per la grappa, che proprio come il vino offre una infinita gamma di qualità e di sfumature.

È per questo che la grappa vive fianco a fianco con i vini nelle manifestazioni fieristiche: essa si rivolge agli stessi operatori e allo stesso pubblico di appassionati. Un pubblico che si è finalmente accorto della qualità del nostro distillato, e che oggi visita gli stand dei produttori e i banchi di assaggio, facendo domande e raccogliendo impressioni che sono davvero di grande soddisfazione e conforto per noi distillatori.

Quindi, addio alla grappa Cenerentola, benvenuta principessa? Il ProWein di Düsseldorf è stata una conferma in questo senso: c’è un forte interesse internazionale per la grappa. E’ con questa speranza che guardiamo ora all’imminente Vinitaly.

Cesare Mazzetti
Presidente – Istituto Nazionale Grappa
presidenza@istitutograppa.org

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