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L’annata della grappa: positiva, ma dobbiamo comunicare ancora di più

A leggere il titolo di questo mio editoriale, sembra che qualcuno sia incorso in un errore e abbia pubblicato ad agosto un pezzo scritto per l’edizione di dicembre. Non è così, e non siamo nemmeno impazziti. Per le distillerie l’anno non coincide con quello classico, che inizia il primo gennaio e si chiude il 31 dicembre. Per noi distillatori è certamente più corretto dire che l’esercizio si chiude e inizia con la campagna distillatoria, e cioè poco dopo ciascuna vendemmia.
E siccome quest’anno la vendemmia è in anticipo – e non voglio qui entrare nel merito della discussione se sia colpa di un capriccio del tempo o piuttosto un anticipo consolidato a causa del riscaldamento globale – dobbiamo prepararci a festeggiare la chiusura dell’annata 2006-2007 e l’inizio di un nuovo anno di attività e scaldare gli alambicchi.

Come in ogni fine di anno che si rispetti, è anche il caso di fermarsi a fare un bilancio del periodo trascorso, del buono e del bello, ma anche del cattivo e del brutto, che abbiamo incontrato lungo la via. Personalmente mi sembra che si sia trattata di una buona annata per la grappa e per i suoi produttori e consumatori appassionati.
Innanzitutto abbiamo avuto una raccolta di vinacce di qualità. Ve ne siete accorti? Sembra che le vinacce stiano migliorando costantemente. I produttori vinicoli le trattano sempre meglio e ce le conferiscono in tempo e con ogni cura, sembra che finalmente si sia tutti d’accordo sul fatto che la grappa è una perla di qualità italiana, da rispettare e sostenere. Inoltre il prodotto che ne è stato ottenuto è stato esitato con successo, oppure avviato, in quantità a mio avviso crescente, all’invecchiamento in botti e barriques. E l’attenzione del pubblico si è andata pian piano rivolgendo a un consumo di qualità, piuttosto che di quantità.

I distillatori, consci del patrimonio culturale e, perché no?, economico che scorre nei propri alambicchi e colonne di distillazione si sono dati da fare per ottenere i riconoscimenti giuridici atti a tutelarlo. In questo, son felice di dirlo, un grande aiuto è venuto anche dalle istituzioni nazionali. Queste hanno finalmente ottenuto l’approvazione a Bruxelles di una bozza di regolamento della bevande spiritose che accoglie gran parte delle nostre richieste e difende la nostra denominazione e le sue caratteristiche produttive. Purtroppo non tutte. Sarebbe stato forse necessario un testo più chiaro in merito ad alcuni aspetti ancora dubbi, l’aromatizzazione della grappa per esempio, e forse anche una maggiore attenzione alla tutela delle tipicità, evitando di presentare denominazioni, sostenute da soli interessi locali, che poco o nulla hanno a che vedere con la realtà produttiva, e che anzi introducono dannose incertezze interpretative.
Inoltre, per restare nella parte del “brutto”, non posso non citare la nuova organizzazione comunitaria del vino, in gergo l’OCM. Ci ha raggiunti in chiusura della nostra annata e ha colpito duramente la distillazione, cancellando con un colpo di spugna tutti gli aiuti che venivano erogati al settore, e che contribuivano a dargli stabilità. Solo i fatti e i numeri della nuova annata potranno dare un’idea esatta della portata dei nuovi provvedimenti, e dell’influsso sul comparto della grappa, influsso che per ora resta di difficile quantificazione.

Se comunque dovessimo soppesare tutti i diversi aspetti sopra citati, e i molti non citati, credo che il bilancio finale non possa che essere positivo. Ora dobbiamo pensare a come affrontare il nuovo esercizio. Abbiamo comunicato molto, questo nuovo numero di Grappa News ne è testimonianza. La comunicazione serve a fare conoscere il prodotto, a rafforzarne l’immagine, e sono convinto che sia tanto più efficace e duratura, quanto più essa è condotta a livello istituzionale. Forse da questo punto di vista il nostro mondo, composto da moltissime piccole realtà, è un po’ carente, un po’ sordo. Ognuno di noi investe risorse per la propria azienda, ma non riesce a cogliere appieno il ruolo che un investimento nella comunicazione istituzionale può rivestire a ogni livello. I nostri vicini francesi sembrano averlo invece capito da molto tempo: per questo le loro operazioni di tutela e promozione sono infatti molto meglio organizzate e portano quindi a migliori risultati delle nostre. Ecco un obiettivo che mi piacerebbe perseguire nei prossimi dodici mesi: riuscire a rafforzare ulteriormente la nostra comunicazione istituzionale, tutti insieme.

Cesare Mazzetti
Presidente – Istituto Nazionale Grappa
presidenza@istitutograppa.org

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