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Grappa fai-da-te: no dall’Istituto Nazionale Grappa e dagli assaggiatori

L’Istituto Nazionale Grappa esprime un fortissimo disappunto per la presentazione del disegno di legge sulla distillazione di grappa casalinga. Il disegno di legge, presentato dai senatori Montani, Divina e Vallardi e al vaglio della Commissione Agricoltura al Senato, prevede la possibilità di distillare 30 litri di grappa all’anno per azienda agricola (una quantità incomprensibilmente elevata se si pensa che il consumo di grappa per famiglia non raggiunge i tre litri all’anno).

“Siamo preoccupati innanzitutto per la salubrità del prodotto – ha dichiarato Cesare Mazzetti, presidente dell’Istituto Nazionale Grappa – In Italia si stima che ci siano diverse decine di migliaia di alambicchi clandestini che, legalizzati, potrebbero produrre circa 10 milioni di bottiglie di grappa difficilmente controllabili e potenzialmente molto pericolose”.

La distillazione produce infatti anche componenti fortemente dannosi come l’alcol metilico (lo stesso all’origine dello scandalo nel vino più di vent’anni fa). E inoltre residui di metalli tossici come il rame. I distillatori sono in grado di escludere questi composti e la grappa prodotta è costantemente controllata dall’amministrazione dello Stato da un punto di vista igienico-sanitario. Questo significa che la grappa attualmente in commercio è sanitariamente e igienicamente sicura per i consumatori.

“Ma il disegno di legge sulla distillazione casalinga non prevede alcun piano di controllo specifico di queste decine di migliaia di alambicchi che potranno produrre in libertà – ha aggiunto Cesare Mazzetti – Il rischio sanitario è elevatissimo, siamo stupiti che nessuno si ponga in modo serio il problema, non vorremmo vedere intossicazioni per la grappa fai-da-te nei prossimi mesi”.

Anche gli assaggiatori manifestano forti perplessità su questo disegno di legge. “Dopo che le distillerie hanno investito in impianti e uomini per valorizzare un prodotto che è espressione pura dell’italianità, dopo gli sforzi fatti per dargli il giusto blasone, si rischia di fare tornare la grappa nell’anonimato – ha dichiarato Antenore Toscani, presidente dell’Associazione Degustatori Italiani Distillati (Adid) – Il consumatore che si troverà di fronte grappe approssimative dal punto di vista qualitativo, dopo qualche assaggio deludente tornerà a preferire i distillati stranieri, proprio come qualche anno fa”.

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