La grappa esce dall’alambicco a un grado alcolico molto superiore rispetto a quello con il quale verrà commercializzata. Questo perché maggiore è la gradazione, minori saranno le impurezze presenti (fino arrivare al caso estremo dell’alcol buongusto che non presenterà certo più difetti, ma nemmeno pregi). Nell’estrarre la grappa dall’alambicco, ci si tiene generalmente tra i 70 e gli 86°, una gradazione che consente una buona selezione delle sostanze volatili. Valori comunque troppo alti per immettere la grappa al commercio, ecco perché si riduce il grado attraverso l’aggiunta di acqua, che deve essere, ovviamente, di ottima qualità: incolore, inodore, insapore ma anche poverissima di sali disciolti per non pregiudicare la limpidezza del prodotto.
È possibile poi refrigerare la grappa per ottenere un prodotto più stabile fisicamente e migliore organoletticamente. Si porta l’acquavite a temperature variabili tra i 10 e i 20° sotto lo zero per periodi che possono oscillare da pochi minuti a una decina di ore.
La riduzione del grado e la refrigerazione portano però a un intorbidimento della grappa, che si fa più o meno lattiginosa. A questo inconveniente si ovvia tramite la filtrazione. Si possono avere anche più filtrazioni, ma la prima va eseguita sul prodotto alla più bassa temperatura raggiunta. Dopodiché la grappa è pronta per l’imbottigliamento o per l’eventuale affinamento o invecchiamento.
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